Il viaggio di Dario e Marina innamorati e ipovedenti sul cammino di Gran Canaria

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da Il Mattino di Padova
9 Febbraio 2022

Lui ha 43 anni ed è affetto dalla sindrome di Usher. Lei, 33 anni, soffre di albinismo di tipo 2
La coppia di Sant’Angelo di Piove ha deciso, pur nelle difficoltà, di compiere una piccola impresa

SANT’ANGELO DI PIOVE

Sono belli, innamorati e ipovedenti. Dario Sorgato e Marina Amianti sono una giovane coppia felice. Lui, 43 anni, santangiolese, è affetto dalla sindrome di Usher, una patologia congenita che può portare alla sordocecità. La diagnosi arriva quando ha soli 16 anni, ma questo non gli impedisce di laurearsi e di intraprendere una serie di viaggi per sfidare sé stesso e la sua malattia.
Nel 2011 fonda “NoisyVision”: un’associazione nata con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle disabilità sensoriali. Serve lanciare un messaggio forte, pensa Dario, che nel 2016 decide nientemeno di scalare l’Everest, arrivando sul tetto del mondo per piantare la bandiera di “Yellow the World” (coloriamo il mondo di giallo). Il nome non è scelto a caso: il giallo è l’unico colore che gli ipovedenti riescono a percepire con chiarezza. Per questo Dario si impegna per portarlo nella quotidianità,
per rendere città e servizi accessibili anche ai disabili sensoriali. Con la sua associazione raccoglie fondi, il sostegno di sponsor e il patrocinio di associazioni e istituzioni, realizzando decine di imprese in tutta Italia. Ed è proprio durante una di queste iniziative che incontra Marina, 33 anni, veneta d’adozione. Lei soffre di albinismo di tipo 2, una malattia rara che le causa problemi alla vista. I due si conoscono, si piacciono, poi si perdono di vista ma nel 2020 si ritrovano. Un anno dopo decidono di tentare un’impresa di coppia:percorrere a piedi il cammino di Santiago di Gran Canaria: un percorso di 76 chilometri sull’isola al largo della costa nord occidentale dell’Africa, che collega Maspalomas a Gáldar.
I due si mettono in viaggio a metà dicembre e in soli quattro giorni attraversano l’isola. Il tutto in completa autonomia, a partire dall’organizzazione del viaggio. «Abbiamo consultato siti internet, prenotato le strutture, scaricato mappe gps e app per essere sicuri di poterle consultare anche offline. Tutto per non farci trovare impreparati», racconta Dario. Gli imprevisti tuttavia non sono mancati: alcuni tratti del percorso infatti sono esposti, altri sentieriestremamente stretti e i due hanno una scarsa percezione della profondità. «Abbiamo cercato di fare tesoro delle nostre esperienze,
camminando lentamente, testando bene il terreno con il bastone prima di posare il piede. Tutta una serie di espedienti per tenerci in sicurezza», spiega Dario.
Ma le difficoltà non hanno impedito alla coppia di regalarsi importanti emozioni. «Quello che ci ha più colpito» ricordano «sono stati paesaggi: da un giorno all’altro si passa dalle terre desertiche del sud all’alta montagna fino alle discese verdeggianti e ancora all’Oceano».

«È stato emozionante» aggiunge Marina «soprattutto perché lo abbiamo fatto da soli, con tutte le nostre difficoltà. Arrivare alla fine del cammino è stata una grande vittoria». Dario sopporta meglio la luce del giorno. Marina invece si orienta meglio la notte. Così i due, durante il viaggio, come nella vita, si sono sostenuti a vicenda. «Siamo partiti convinti di goderci il cammino giorno per giorno, senza non pensare al nostro problema. E così è stato. Non vendiamo l’ora di rimetterci in viaggio». —

MARTINA MANIERO

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