A scuola di #YellowTheWorld con il mago giallo.

di
16 maggio 2019

Nella mattinata di giovedì 2 Maggio 2019 la Scuola Primaria Elena Lucrezia Cornaro Piscopia” di Volparo (provincia di Padova) si è tinta di giallo.
Non era la  prima volta che questo raggiante colore invadeva una scuola elementare. Proprio un anno fa, presso la scuola Maria Boschetti Alberti di Piove di Sacco (Padova), il giallo aveva fatto da protagonista.

Questo il racconto di quella giornata.
Spiegare ai bambini la diversità (e colorarla di giallo!)

Il tema è lo stesso, la scuola è il nuovissimo e variopinto edificio.
I colori non mancano, ma oggi uno domina su tutti.
I bambini si radunano nel grande salone, si siedono educatamente e aspettano che succeda qualcosa. Forse lo sanno che oggi verrà a trovarli Dario Sorgato, quello che loro immaginano come un grande esploratore che vede male, che vede dentro a un tubo.

Di certo non immaginavano che sarebbe entrato dalla porta davanti a loro tutto vestito come un “Willy Wonka Giallo”.
La sorpresa li ammutolisce.

Questo strano mago giallo agita un bastone che sembra una bacchetta magica, ma come dirà il mago, è un bastone per ciechi, per identificare gli ostacoli prima di andarci a sbattere con le gambe.

Anche i bambini erano anche loro tutti vestiti di giallo.
150 magliette gialle, le bocche spalancate, gli occhi attenti.
Per cercare di imparare queste parole nuove che il mago fa uscire: ipovisione, diversità, pregiudizi, inclusione, malattia.
Cosa c’entrano tutte queste cose con il giallo, un colore così bello e lucente?
PIano piano, con esempi semplici, parlando forte dentro un megafono bianco, il mago Dario spiega queste nuove parole.

E si vede che loro capiscono. Fanno esempi pertinenti, raccontano le storie che conoscono, suggerite da questi racconti.
Ma il Dario che non vede e non sente non è quello che loro hanno visto su internet, sui filmati che le maestre avevano mostrato. Loro vogliono conoscere il viaggiatore, quello che è salito sulla montagna più alta del mondo, quello che non sembra aver paura.

Ma tu hai avuto paura quando eri lassù?
Si, in certi momenti ho avuto paura, perché l’aria sottile mi aveva annebbiato ancora di più la vista.

E quali sono i posti dove sei stato?
Sono tanti, provate a dirmi i nomi di qualche posto che conoscete.
Sembrava difficile trovarne uno dove non fossi stato, ma alla fine un bambino ha detto Giappone. E lì non sono mai stato.

Vorrei avere la lista di tutte le domande che mi hanno fatto.
Alcune talmente nuove e profonde che anch’io ho imparato qualcosa da loro.
Per esempio quando mi hanno chiesto se ero triste quando mi hanno detto che ho questa malattia.
Dopo averci pensato ho realizzato che si, ero triste, ma che ora non lo sono più ed è per questo che mi vesto di giallo, e che urlo a squarciagola che voglio colorare il mondo di giallo. Perché il giallo ha questo potere, di trasformare le cose brutte in cose belle.
Il giallo ha il potere di far capire anche ai bambini che dobbiamo essere noi a decidere della nostra vita. E che forse anche se vedo in modo diverso non sono peggiore dei miei amici. E quelli che sono nati da genitori non italiani, magari mangiano qualcosa di diverso da noi, ma è proprio questo il bello di andare a pranzo a casa loro per scoprire tradizioni nuove, culture nuove.

Perché nella diversità’ sta la ricchezza. E se qualcuno è diverso da noi non deve essere preso in giro.
Ma come se nemmeno l ‘avessi detto, una bambina è venuta da me, orgogliosa di mostrarmi che anche lei aveva gli apparecchi acustici. Era quasi un vanto, perché aveva qualcosa come me, che gli altri non avevano.

Le domande erano tantissime, tutte pronte dietro le loro mani alzate, pazientemente ed educatamente in attesa del loro turno. ma non c’era tempo per tutti.  Ho risposto poi nelle classi, mentre loro mangiavano la merenda scelta a caso tra quella dei compagni, cercando di capire il gusto del cibo, imparando che le cose non hanno solo qualità; visive, a maggior ragione il cibo, che per essere mangiato di fatto coinvolge tutti i sensi.

E poi abbiamo imparato che cos’è la fiducia, l’aiuto reciproco, con un semplice percorso ad ostacoli che loro dovevano eseguire bendati.

Ma colorare di giallo non può essere solo una metafora, così hanno preso pennelli e barattoli e hanno dipinto due panchine che rimarranno nella scuola per ricordare questa giornata diversa, piena di sole e di questo caldo colore

Abbiamo concluso cantando tutti insieme una canzone che sembra un elenco delle cose gialle del mondo, ma non c’è modo migliore per scaldare davvero le corde che urlare tutti insieme: Yellow The World!

E’ stato difficile salutarli. Erano tutti attorno a me, a dirmi che mi vogliono bene e che desiderano che io torni.
E se posso, le promesse le mantengo
Avevo detto che avrei mostrato al mondo i loro disegni.
Eccoli.

E avevo promesso ai bambini della scuola di Piove di Sacco che sarei tornato. Così ho fatto.

Mi hanno accolto con calore immenso, ricordandosi della mattinata dell’ anno scorso e, con qualche aiutino, anche delle parole che avevamo imparato.
Ma che l’ipovisione è anche visione tubolare non gliel’ha suggerito nessuno a quel bambino, seduto davanti a me, come un anno fa. Sarà più alto, più grande, ma di sicuro continuerà a crescere ricordandosi che c’è un colore che più di tutti rende il mondo migliore.


Siamo disponibili per realizzare progetti come questo o simili nelle scuole primarie, secondarie e superiori.
Come scritto in un commento sulla nostra pagina Facebook:

i bambini sono il futuro, se vogliamo un mondo migliore bisogna cominciare da loro.

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