L’isola dei sordi e la valle dei ciechi.

di
30 marzo 2011

Vi siete mai chiesti come sarebbe il mondo se la maggioranza delle persone fosse cieca? O, per assurdo, se fossimo tutti ciechi o sordi?

E’ chiaro che se abbiamo occhi e orecchie la sarebbe auspicabile che vista e udito funzionassero nel migliore dei modi possibili, ma ci sono due casi, uno fantastico, l’altro reale, che dimostrano che se la maggioranza fosse priva di un senso, tutto si adeguerebbe per continuare comunque la vita e la sopravvivenza.

Nel 1904 Herbert G. Wells pubblicò il racconto Nel paese dei ciechi (In Italia pubblicato da Adelphi) che narra la storia di Nuñez che, sperduto nelle Ande, viene accolto da una comunità i cui membri sono tutti ciechi. Confuso dalla vita laboriosa e dai sensi finissimi dei suoi ospiti, dovrà destreggiarsi fra il proprio senso di superiorità e la loro remota saggezza: anche perché i ciechi si sono prefissi di guarirlo a tutti i costi dalla sua inspiegabile, perversa ossessione per la vista.
Erano ciechi da quattordici generazioni, completamente segregati dal mondo dei vedenti, e il nome di ogni cosa attinente alla vista si era confuso o aveva cambiato senso. Buona parte della loro immaginazione si era disseccata come i loro occhi, ed essi si erano procurate nuove immagini con l’acuita sensibilità delle loro orecchie e dei loro polpastrelli

Se questo è un racconto fantastico, è, invece un fatto storico che agli inizi del ‘900 a Martha’s Vineyard circa il 25% della popolazione era affetta da sordità. Per una serie di circostanze: l’isola era stata colonizzata da pochissime famiglie, i cui membri in breve tempo si sposarono fra loro ed ebbero figli. alcuni membri portavano l’allele recessivo che determinava la sordità, e unendosi fra loro determinarono la nascita di uomini sordi.
La patologia era così diffusa che a Martha’s Vineyard essere sordi non era un handicap: tutti gli abitanti conoscevano il linguaggio dei segni, cosicché anche i sordi lavoravano regolarmente, si sposavano e avevano figli.
Inoltre il linguaggio dei segni in un luogo di mare era più adatto per comunicare a distanza tra i vari pescherecci
Gli abitanti di Vineyard chiacchieravano, insegnavano e discutevano con il linguaggio dei segni – lo usavano perfino per pensare e sognare.

In entrambi i casi è in qualche modo dimostrato come sia possibile adattarsi ad ambienti e comportamenti e come in un certo senso essere disabili sia spesso solo una incompatibilità del corpo con un sistema fatto per sensi perfettamente funzionanti

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