Why is it embarrassing to wear hearing aids?

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Those who wear hearing aids know that. Children feel different, the only ones in the class to have something behind the ears. Like those who wear dental braces and are taunted with nicknames like airplane (what about the nicknames in other countries than Italy?). These children feel uglier. But mostly hearing aids render visibile the invisible handicap for excellence, deafness. Otherwise it may even pass go unnoticed.

But why wearing hearing aids has always been so embarrassing? It is so embarrassing that many people prefer to be bound by communication difficulties, to ask for repetition all the time and to cut a sorry figure rather than put something eye-catching behind or into the ear.

The answers are many and certainly different each one of us. Some considerations follow:

History
While the glasses are a prosthesis that has existed for hundreds of years and are now well assimilated by the general culture, it is only 60 years that deaf people are no longer deaf and dumb. This change has been possible with the advent of hearing aids. Throughout human history everyone who was born with a mild, severe or profound hearing loss could not learn to speak. This is why, rightly, a deaf person has been historically regarded as deaf-mute and consequently with poor intellect.

As deaf-mute were historically unable to learn to speak, most were considered mentally retarded and were given fewer civil rights. Although it might seem an exaggeration, but sadly it is not, this negative opinion is dragged up to nowadays.

People who are blind or visually impaired have never been considered cognitive impaired, even in ancient times they had prestigious roles such as the aoidos of which the most known is Homer. Today, those who wear glasses in some cases can even be considered more intelligent!

 

Comparison with other aids
The number of people who wear glasses is exorbitant compared to those who wear hearing aids

Hearing aids highlight with their name “aids” the fact that they are instruments to compensate a disability, as do other artificial devices used to replace a missing body part (a limb, organ or tissue), or that incorporate a failed one.

If glasses have long been considered an element of style and fashion, for years hearing aids design has been only in shades of that beige with some pink tone, which tries to imitate Caucasian people’s skin color, aiming camouflage. The same color is used in artificial limbs, orthopedic stockings, plasters, everything in that horrible prothesis color.

Only recently things have changed, so that the major brands of hearing aids produce now a variety of colors and forms closer to other hi-tech devices that are used for communication (Bluetooth headsets).

Prejudices
The person who wears a hearing aid is identified as a “deaf and dumb”, with its unavoidabile corollary: he has little understanding, he is concrete, he is handicapped, he needs help, he does not get it, he is suspicious and resentful, he will make a manual work, he does not talk, he does not speak well, we must speak out, we must speak in a synthetic way.

Generally linguistic difficulties are often related to cognitive ones: often those who stutter or have a bad voice or have a speech defect are considered less brilliant. Even the great physicist Stephen Hawking claims to be considered almost an idiot just because he speaks through a machine.

The advertising campaigns by hearing aids manufacturers always show cheerful and smiling elderly, happy to be hearing again. This led everybody to associate hearing loss with old age, making young people and children with hearing loss feel old.

Lack of knowledge
Whilst who wears glasses is not mistaken to be blind, the contrary happens to whom wears hearing aids: they are always labeled as “deaf”.

In truth only a fraction of all hearing loss involves problems of language and thus communication, socialization, and understanding.

Paradoxically, the situation is reversed in the case of a visually impaired person: to wear glasses is not enough to visual imparment, visually impaired have no visible sign to be immediately identified and to avoid unpleasant accidents or misunderstandings.

In conclusion, no matter how you may think about it, the problem is always the same: attitudes, knowledge, culture. If a blue hearing aid is probably a more attractive than a brownish, spreading awareness is the first objective.

by Valentina Paoli – psychologist
www.valentinapaoli.it

That’s Just the Way we Hear
This is what today’s kids with hearing loss look like

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25 comments from the community

  1. io non ho alcun imbarazzo a portare un protesi acustica(sono anziano), anzi alcune volte me ne dimentico di averla. Vorrei solo che gli studi progredissero per avere un apparecchio più selettivo. ma esteticamente non mi frega niente. Se chi osserva non gli piace sono affari suoi

  2. Tutto ciò è vero…sono sorda dalla nascita e porto le protesi acustiche dall’età di sette anni. Ora ho 46 anni e non ho mai accettato questo mio handicap. Porto sempre capelli lunghi per nasconderle. Perchè?
    Perchè non sopporto l’ignoranza della gente che continua ad eguagliare la persona sorda + persona ritardata. Per questo continuo a vivere senza mai rivelare ai miei colleghi del mio problema uditivo. Naturalmente c’è sempre qualcuno che ha intuito del mio problema uditivo e tende allora a trattarmi “diversamente” rispetto a prima (ad esempio: urla per farmi sentire!). E’ umiliante!! Ho limitato anche le mie uscite serali con altre persone proprio per evitare di fare brutte figure . Oppure per non fare brutte figure, in circostanze “coatte”, mi limito ad ascoltare le persone. Ormai accetto questa brutta realtà perchè non ci sono altre alternative. Solo la mia famiglia mi tratta da persona normale. Mi devo rassegnare perchè non puoi far capire alla comunità collettiva che tra indossare gli occhiale e le protesi acustiche non c’è differenza; è soltanto un piccolo limite che non “limita” assolutamente l’intelletto anzi aumenta!

  3. Ciao Sandra, anche io porto gli apparecchi piu’ o meno dai 7 anni.Ora ne ho 35.Solo da un paio di anni mi sono liberato dalla paura di mostrarmi.Anche io portavo capelli lunghi durante il liceo.Dai 20 anni ho cominciato a portare gli endoauricolari,ma lo stesso non riuscivo a mostrarmi perche’ comunque si vedevano.Ora non mi frega più nulla e devo dire:CHE SOLLIEVO!non devo piu’ usare stratagemmi o continui togli-metti.Via!Libero!Non e’ stato facile:ho seguito un percorso, che mi ha fatto capire che se non accettavo me stesso, come pretendevo che mi accettassero gli altri?e soprattutto se gli altri non mi vedevano per come ero veramente,come potevo affermare il mio io?Alla fine io sono cosi’,c’è chi e’ alto e chi e’ basso,chi non ci vede e chi non ci sente,chi e’ magro e chi e’ grasso.Sono tutti modi di essere.E alla fine ho scoperto che alla gente non frega NULLA del mio problema:chi vuole incazzarsi con me si incazza,chi vuole ridere ride,chi vuole parlarmi da amico mi parla, esattamente come fanno con tutti gli altri.Al lavoro mi trattano come tutti gli altri,anzi a volte si dimenticano del mio problema.Meno lo vedi tu,meno lo vedono gli altri.
    infine il post mi ha fatto pensare che il nome e’ importante:gli occhiali non si chiamano protesi visive.Allo stesso modo le protesi a ustiche dovrebbero avere un loro nome proprio.Che ne so:audiòle o audiali 🙂
    Ciao

  4. Grazie Matteo, leggere le tue parole sono per me un sollievo.
    Sono mamma di una bimba di quattro anni che porta le protesi acustiche da quando aveva sei mesi. Ho sempre accettato questa situazione e anche la mia famiglia lo ha fatto. La nostra preoccupazione è sempre stata quella dell’adolescenza perchè adesso che è piccola non si crea nessun tipo di problema e quando i bimbi la guardano un pò con più insistenza o quelli più grandi chiedono ai genitori cosa siano quelle “cose strane nelle orecchie!” lei risponde subito “Sono le protesi, per sentire meglio perchè senza non ci sento bene….come un microfono!” ovviamente sono le parole che si è sempre sentita dire da noi!!! delle volte dice che sono come degli orecchini!!! Mi sono sempre preoccupata però di quando inizierà la scuola elementare e quando i bimbi inizieranno a prenderla in giro anche perchè in aggiunta porta gli occhiali! Speriamo che riesca come te a mostrarsi così com’è senza farsi problemi……ciao!

  5. audiole non mi dispiacerebbe…complimenti……!!!!!!!!siamo esseri umani non deficienti…abbiamo un problema di salute come tutti gli altri…..sono Anna,36anni,ipoacusica.Da tanti anni sto cercando un forum o una comunità che potrebbe unire le nostre idee,le nostre opinioni e condividere la nostra sofferenza…nessuno la capisce come noi…un abbraccio a tutti gli ipoacusici del mondo..

  6. Cara Sandra,anche io indosso un apparecchio che non e molto efficace,mi servivano due ma non mi posso permettere,capisco benissimo di cosa stai parlando,il sentimento che provi,paura di andare ali sportelli,paura di fare nuove amicizie,la difficoltà e lo sforzo che stiamo facendo,nessuno la capisce…solo noi.Tante volte capisco male e rispondo un altra cosa,sembrando una cretina,oppure non rispondo vergognarmi di chiedere più volte,ma sai cosa penso?non dobbiamo nascondere più il nostro problema,credo più visibile sia,meglio ci fa vivere.Ormai non do più importanza alla cattiveria della gente.Attualmente sono disoccupata ma anche panicata..chi vorrebbe assumere una persona con handicap??Quante volte ho sentito le chiacchiere indietro…e normale se la gente non sa che abbiamo un problema non ci farà mai a capire il nostro comportamento prendendoci per quelle che non siamo…un abbraccio,tante belle cose e tanto coraggio…..Anna(scusa il mio italiano,sono straniera)

  7. Sono un’audioprotesista e mi occupo pertanto di persone ipoudenti ogni giorno. Sento spesso commenti come quelli che ho letto in questo forum e purtroppo mi rendo conto ogni giorno che è necessario fare ancora molto sul fronte dell’informazione. Spesso le persone con problemi di udito arrivano da me molto tardi perchè non hanno avuto informazioni corrette sugli apparecchi acustici. E’ importante essere aggiornati, per le persone più giovani è più facile reperire informazioni, mentre per gli anziani a volte non è semplice e si fidano di amici o conoscenti che trasmettono loro paure e insoddisfazioni. Ogni caso è a sè e deve essere valutato da un professionista preparato. Io ho conseguito una laurea triennale, ho seguito un tirocinio ospedaliero ed aziendale, seguo costantemente corsi di aggiornamento e come vedete leggo i commenti e ascolto le persone che vivono sulla loro pelle i disagi causati da un problema di udito. Consiglio: affidatevi a professionisti seri e preparati !

  8. HO 60 ANNA SOFFRO DI RETINITE PIGMENTOSA QUINDI OLTRE PORTARE PROTESI PER SENTIRE MEGLIO HO UN CAMPO VISIVO MOLTO STRETTO ALLORA AL DIAVOLO LE PROTESI ALLE ORECCHIE MAGARI CI FOSSERO OCCHIALI PER ALLARGARE IL CAMPO VISIVO

  9. Ciao a tutti,
    mi chiamo Noemi e ho 30 anni. Porto le protesi acustiche da quando avevo 6 anni. Del mio problema di udito se ne sono accorte in primis la mamma perchè a casa tendevo ad alzare il volume del televisore, e ancor meglio la maestra andando a scuola, perchè i dettati e la comprensione delle parole mi sfuggiva.. e così fin dal primo controllo… ci si è resi conto che le protesi erano l’unico modo per farmi sentire bene.
    Devo dire che per me invece non è mai stato un problema. Non mi sono mai vergognata ne degli Apparecchi Acustici, ne degli occhiali.
    Secondo me gran parte del merito va ai miei genitori che da subito mi han fatto capire come il fatto che a me servisse un “aiuto” per sentire meglio, non mi sminuiva affatto, anzi, così avrei potuto fare TUTTO quello che facevano i miei amici.
    Ed è sempre stato così. Anche oggi a 30 anni come allora non ho nessun problema a portare i capelli raccolti e a rispondere alle domande di chi mi domanda “Ma cosa hai nelle orecchie?”. Sono soprattutto i bambini a chiedermelo, con spontanea franchezza, mentre magari gli adulti vedono ma non osano chiedere. La mia risposta? (Ai bambini in particolare) “Sono Apparecchi Acustici, mi servono per sentire bene. Sono come gli occhiali, ma solo per le Orecchie”. Al che la domanda si sposta a: “Posso vederlo?” E così, se appena è possibile mi tolgo un Apparecchio e glielo mostro, gli faccio vedere come funziona. E loro son soddisfatti. Fine del problema.
    Beh sapete cosa penso? Molto meglio essere franchi e schietti. Un bambino secondo me si fa problemi non perchè per Lui siano un problema, ma perchè pensa che le persone attorno a lui si faranno un problema. Tutti pensieri assurdi. Secondo me sono in primis i portatori di Protesi a non doversi vergognare. La “cattiveria” altrui reale o presunta, nasce dall’ignoranza. E più ci si rifiuta di rispondere più si danno spunti agli altri per attaccarci. Ma se sanno di cosa si tratta (i bambini in particolare) accettano la cosa tranquillamente. Per cui il consiglio che do a chiunque si dovesse trovare a dover gestire un bambino con difficoltà uditive è:
    – Spiegate tranquillamente al bambino cosa succede e perchè ha bisogno di quelle protesi.
    – Fategli capire che con quelle potrà fare tutto come gli altri.
    – Insegnategli a non nascondere il suo “difetto” ma a spiegarlo agli altri. In tal modo anche i suoi amici/compagni di classe declasseranno la cosa come una cosa di poco conto perchè la conoscono.
    Un saluto a tutti!
    Noemi

  10. mi piace molto “audiole”, mi sembra azzeccato!
    Bravissima mamma Stefy che suggerisce alla sua bimba di dire con molta semplicità e spontaneità che quegli orecchini speciali servono per sentire meglio e sono come un microfono.
    Suggerisco a tutti i genitori di non vivere con sofferenza la diagnosi dello specialista e ASSOLUTAMENTE NON trasmettere al figlio una sensazione di sofferenza e tristezza; la cosa va presa con serenità e accettata come tutti gli altri problemi della vita, ovviamente mettendo subito in atto aiuti e strategie necessari.

  11. Buongiorno a tutti…il problema delle protesi è anche il costo…tanta gente non le porta anche se ne avrebbe bisogno per questo motivo… In più pare non sia facile abituarsi…è infine c’è lo stato emotivo di sentirsi di avere un handicap….non poche difficoltà direi.
    Soffro di ipoacusia bilaterale dall’infanzia …da piccola era il mio segreto, preferivo passare per scema che sorda!! Assurdo! Adesso preferisco dire che sono un po’ sorda che passare per scema! Vorrei provare le protesi ma ho paura di diventarne dipendente (compenso guardando e con la logica…se non vedo il mio interlocutore faccio fatica) e temo di non sopportare il fastidio…non sopporto neanche gli auricolari per la musica! Non vorrei spendere un sacco di soldi per poi non usarle…non posso permettermelo…pensavo di provare con le protesi della Sonetik…si trovano solo in svizzera… 495 CHF l’una è una cifra ben diversa….per provare… Che ne pensate?

  12. iGrazzie per il commento Serena.
    Vorrei farti presente che tutti gli audioprotesisti ti fanno provare diverse protesi prima di venderle.
    Il processo può essere anche molto lungo
    Provi una marca, le usi per due settimane, vedi come ti trovi, poi ne provi un’altra e cerchi di capire cosa ti da fastidio, quali sono i suoni che non tolleri, poi ne provi un’altra, senza chiocciola e quindi non occlusiva, e vedi come ti trovi, magari vai a regolare i volumi dopo una settima e poi le provi per altre due, e così via, fino a quando trovi le protesi che fanno per te.
    Se non le trovi, tanti saluti.
    Questa è la ragione principale per cui le protesi costano tanto, perchè non il paio che acquisti comperi anche tutta l ‘assistenza e il periodo di prova.
    Le protesi in sè non costano che qualche centinaio di euro, ma per poter trovare quelle giuste per te devi provarne diverse.
    Potresti anche trovare (molto difficile) buone protesi a pochi euri, ma il rischio è proprio quello che descrivi tu.
    Quindi, purtroppo o per fortuna, bisogna seguire il processo, provarne diverse, magari per un periodo di due o tre mesi, trovare quelle più adatte e pagarle quelle 4 mila euro necessarie.
    In geneere riesci a farti pagare una parte dalla Sanità, circa 1.200 EUR, quindi alla fine ne spendi circa 3 mila.
    Considerando che le protesi dovrebbero durare anche 10 anni, sono un investimento necessario, utile e importante.

  13. Ho letto la domanda “Perché è imbarazzante portare le protesi acustiche?”
    e devo dire mi ha parecchio incuriosito e per questo mi sono spinto a leggere
    tutta la spiegazione.
    Mi ha fatto rifletter molto su due punti fondamentalmente:
    1 ) la consapevolezza del problema e quindi accettarlo a prescindere dalla fascia d’età,
    solo se si accetta una cosa si ha la calma interiore per accettarsi e farsi accettare dagli altri
    questo ti fa vincere gli ostacoli e abbattere i muri che dividono i rapporti sociali
    2 ) Imbarazzante dover attirare la propria attenzione per un problema e quindi essere
    giudicati in tal senso..penso che questa società lanc messaggi molto “ghettizzanti”
    queste cose dovrebbero essere bandite anche le socità stesse che fanno cattivo pubblicità
    per avere un loro introito ,
    Modestissimo parere di uno che vive questa situazione in rpima linea.
    Giuseppe

  14. Ho letto tutti i vostri commenti e sono rimasta un po’ meravigliata…Ho acquistato 14 mesi fa un apparecchio acustico bilaterale presso il Centro OticAN di Torino. Al primo appuntamento il dottore mi ha preso l’impronta e successivamente mi ha fornito le protesi senza provarne piu’ di una… Sono le nuove protesi endoauricolari, il suo costo è stato 3000 euro da parte mia. Quello che mi stupisce è, che da allora non mi è stata fatta piu’ una regolazione, ma soltanto una pulizia periodica ogni mese e mezzo circa…Faccio presente che un anno prima ero stata operata per due volte presso l’Ospedale Molinette alla staffa, ma l’intervento era fallito…Ora vi chiedo se è normale questo modo di procedere e se il grado di udito non dovrebbe aumentare dopo 14 mesi…Grazie mille

  15. Ho sedici anni e questo “difetto” me ne ha fatte passare nella vita, sono felice di essere quello che sono, mi sento speciale, me ne fotto altamente di quello che dice la gente, penso che i malati di mente siano le persone che pensano che siamo noi i ritardati. Questo problema mi ha spinto a diventare la persona che purtroppo oggi quasi quasi non esiste più. Dovete essere fieri di voi stessi, siamo i migliori, facciamo vedere chi siamo. Scusate il mio linguaggio un pò da ragazzaccio, ma fidatevi l’apparenza inganna.

  16. Sono Tommaso e porto le protesti dall’età di 6/7 anni. Ora ne ho 22 quasi 23, e devo ammettere che ritrovarmi a leggere questo post non è stato un caso.
    Mi sono tagliato i capelli cortissimi di lato per sbaglio (è risaputo che i barbieri hanno la passione di tagliare troppo corti i capelli).
    Tornato a casa, preso dallo sconforto e la rabbia, mi sono chiesto se c’è qualcuno come me che vive degli stessi disaggi. Così ora mi trovo qui a scrivere, finché la mia voce non resti tra le pagine di un diario, silenziata dall’innocenza di un handicap eriditato.
    Lo ammetto, mi vergogno. Mi vergogno di essere diverso, di non essere in grado di sentire in tutte le situazioni. Mi vergogno di essere così dipendente dagli apparecchi che non riesco ad immaginare un giorno senza, mi vergogno nel pensare che gli altri possano sottovalutarmi o allontanarsi da me per il mio difetto, anzi no, il mio handicap.
    Ora, dopo aver letto il post e le parole di le parole di Matteo (sembra che stia parlando del vangelo ahaha) mi sento sollevato. “Se gli altri non mi vedevano per come ero veramente, come potevo afermare il mio io? Alla fine io sono così (…) alla fine ho scoperto che alla gente non frega nulla del mio problema. (…) meno lo vedi tu, meno lo vedono gli altri.”
    In queste parole ho trovato la forza di uscire e credo che anche io prenderò il “percorso” di Matteo.
    Non credo di poter aver dato un grande sostegno in quanto sono invisibile su un commento, però voglio che tutti noi potessimo guardare l’handicap da un’altra prospettiva: noi siamo diversi come tutti gli altri, però abbiamo l’occasione di vederlo e rendere il nostro individualismo come fonte di ricchezza. Noi lo sappiamo che siamo diversi, perché lo sentiamo… gli altri?
    Forse il mondo si è invertito: mentre prima i sordi erano i scemi perché non potevano comunicare, oggi noi siamo i più intelligenti perché comunichiamo e vediamo una faccia della realtà che molti ignorano.
    Il mio invito resta nel farci tutti avanti, tagliamoci i capelli corti di lato, diciamo agli altri di non sentire e facciamoci vedere/sentire.

    Se qualcuno ora mi chiedesse “ti vergogni di portare le protesi?”, io gli risponderei di si, ma le mostro perché non voglio più vergognarmi di quello che sono.

    TB

  17. Caro Tommaso. Grazie per la tua testimonianza. Siamo riusciti a leggerla soltanto ora, e quindi approvare il tuo commento. Sono certo che altre persone gioveranno delle tue parole, come tu hai giovato di quelle di Matteo.
    Sono felice che tu abbia trovato un modo per “uscire” per non vergongnarti… In ogni caso fidati che alle persone non interessa cosa tu metti nelle orecchie o sul naso. E´sempre importante quello che si trasmette e come.
    Essere consapevoli di essere unici e orgogliosamente imperfetti ci rende liberi

  18. un DISAGIO secondo me, si sviluppa anche dipendentemente da chi hai attorno,sopratutto quando sei un bimbo non può essere sempre tutta colpa di noi ipoacusici che ci siamo creati il complesso della protesi perché io per esempio avevo la nonna piena di timore che mi prendessero in giro e la mia sordità era un grosso tabù..avevo la madre che si copriva la sua protesi quindi ero molto penalizzato.
    Mia nonna non voleva che non lo dicessi a nessuno..era praticamente un segreto

    Vorrei davvero che mai più nessun bambino soffrisse..
    che al minimo disagio si intervenga per aiutarlo e per dirgli che è solo un accessorio con cui lui socializzerá e capirà chi ha attorno

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