#YellowTheWorld di nuovo oltre i 5000 metri. Perù arrivo!

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21 febbraio 2016

A un anno dalla spedizione di #YellowTheWorld al Campo Base dell’Everest é tempo di una nuova avventura.
Perché? Dove sta scritto che bisogna per forza partire?
Le ragioni sono diverse.
La spedizione himalayana era chiaramente e pubblicamente motivata dal desiderio di promuovere la campagna #YellowTheWorld per far conoscere la Sindrome di Usher. Quindi non me la sento di fermarmi e se guardo la mappa dei posti del mondo marchiati di giallo finora vedo delle enormi aree nere. Qualcuno ci deve pur andare no?
Del resto qualcuno mi ha recentemente definito un uragano.
A questo si aggiunge il fatto che ormai ho accettato di non avere soltanto la Sindrome di Usher. Una sindrome non mi basta. Credo di avere i sintomi della Sindrome di Wanderlust, sia essa una conseguenza della prima o meno.
Infine dopo il lungo periodo trascorso in Sud America tra il 2009 e 2010 ho sentito il bisogno di tornare. Certo vorrei tornare anche in Africa, vorrei andare in Tailandia e in Indonesia, ma ogni cosa a suo tempo.
Questa è la volta del … Perù!

No, non ho sempre sognato di andare in quel Paese. Anzi a dire la verità conosco poco o niente della sua gente, delle tradizioni e della storia. Ebbene, invece di prendere un libro e studiarlo dalla A alla Z, comincio con andare a scoprirlo da vicino, camminando sulle Ande, sulle vette innevate del Salktantay per arrivare fino a Macchu Picchu e poi magari spingermi nella foresta Amazzonica, piogge permettendo.
Solo a mettere questi nomi uno dietro l’altro mi sale l’adrenalina.
Forse è stata questa a far fermare il mio dito sul Perù mentre il mappamondo girava davanti ai miei occhi.
Che poi è talmente grande che era difficile puntare altrove.
Perù è anche la destinazione che avevo scelto per scappare per sempre e non farmi trovare più da nessuno. Era il mio posto per i due cuori e una capanna.
Se non dovessi dare notizie per diverse settimane, sapete dove venirmi a cercare.
Perù è un Paese abbastanza sicuro per tornare, dopo il Campo Base, a camminare sopra i 5000 metri e far partire una nuova ondata di giallo dall’altro capo del mondo

Come al solito un viaggio del genere presuppone molti preparativi e anche questa volta ho mandato dozzine di email, contattato amici e amici di amici, stipulato una assicurazione di viaggio, consultato le guide, i forum on line, …
Eppure non ho un itinerario definito.
Lima, Cusco, Macchu Picchu e poi…. Chissà.
Pura avventura, pura strada, pura foresta, pura libertà.
O illusione di libertà.
Qualunque cosa sia fino a quando mi rimarrà un po’ di indipendenza (la vista continua a peggiorare) vorrei avere anche l’energia per mettermi in viaggio, costi quel che costi.
Perché il viaggio è ancora una scoperta e anche se sarà difficile, è ancora nella dimensione di quella solitudine lontana che cerco e forse trovo qualche risposta alla domanda eterna.
Chi sono?
E ancora percorro parallelamente le strade della conoscenza del mondo e della conoscenza del se’.

Hasta Pronto!

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